La Bela Krajina, regione all’estremo sudest della Slovenia, è un vero scrigno di tradizioni: anche a causa del relativo isolamento dalle altre regioni, qui si sono conservate fino ad oggi antiche usanze, che le associazioni culturali locali continuano a mantenere in vita, con orgoglio e passione. Una di queste è la Semiška ohcet – le Nozze di Semič, un idilliaco paesino circondato da vigneti e betulle ai piedi del Kočevski rog. Qui ogni anno a luglio per tre giorni vengono fatti rivivere gli antichi rituali di nozze, che un tempo vedevano riunito tutto il paese a celebrare la coppia di novelli sposi.
La conquista della sposa
Per arrivare alla tanto agognata unione con l’amata, il futuro sposo deve faticare non poco. I riti della Semiška ohcet iniziano infatti con il “prošnjačenje” (dal verbo “prositi”, che significa “pregare”, “richiedere”): lo sposo, suo padre e un gruppo di amici si recano in visita alla casa della futura sposa, dove devono convincere il padre a cedere la mano della figlia. Le trattative si svolgono davanti a un bicchiere di vino e alla fine, se si giunge a un accordo che soddisfa entrambe le parti, la padrona di casa porta in tavola salsicce e arrosto, per festeggiare il patto concluso.
Nella rappresentazione che il gruppo folcloristico fa di questa fase delle Nozze di Semič non mancano scenette umoristiche: il padre della sposa, riluttante a cedere la figlia, cerca in ogni modo di svincolarsi e vuole mandare in sposa una vecchia zia al posto della figlia, tessendone le lodi. Ma lo sposo e il suo gruppo di amici ovviamente la rifiutano, tra l’ilarità generale del pubblico.
Alla fine, il padre finalmente cede e sul balcone appare la giovane per la quale il futuro sposo è venuto a chiedere la mano. Gli amici e parenti urlano di gioia, mentre il pubblico applaude. La fase seguente è il trasporto del corredo di nozze della sposa. Un tempo elemento imprescindibile della dote, il corredo veniva preparato dalla sposa stessa e comprendeva lenzuola, tovaglie, ma anche pezzi di tela da cui ricavare vestiti. Il corredo viene trasportato da un carro a cui tradizionalmente veniva legata una vitella, donata dalla famiglia della sposa.
Ma le fatiche dello sposo non finiscono con il trasporto del corredo. Prima di “portarsi via” la sposa, deve vedersela con i ragazzi del paese, anche loro riluttanti a “perdere” una ragazza bella, giovane e brava. Questa è un’altra fase caratteristica della Semiška ohcet, detta “šranganje”: i ragazzi del paese sbarrano la strada al futuro sposo e agli invitati alle nozze chiedendo una sorta di “dazio” per poter portar via dal paese la giovane sposa. Le trattative qui sono ancora più dure di quelle con il padre della sposa: i ragazzi non vogliono cedere, elencano tutte le innumerevoli qualità della sposa e vogliono un risarcimento adeguato per la perdita. Alla fine lo sposo paga, i ragazzi tolgono la sbarra, brindano tutti insieme e con canti e fischi proseguono l’allegro corteo.
Il grande giorno
La sera di sabato la sposa veniva preparata per le nozze: arrivava la sarta con l’abito da sposa, fatto in tela di lino bianca con decorazioni ricamate in rosso, il tipico costume della Bela Krajina. Quest’abito veniva poi indossato durante le feste e accompagnava la donna durante i momenti più solenni, per tutta la vita. Le decorazioni più complicate erano quelle dei capelli: con nastri colorati e fiorellini di carta stagnola si preparava una sorta di coroncina. Secondo la tradizione, quest’operazione durava tutta la notte e la sposa non poteva dormire nel letto, perché avrebbe rovinato le decorazioni, quindi passava la notte sulla sedia, appoggiata al tavolo.
Il giorno delle nozze la coppia degli sposi viene accompagnata da un corteo festoso lungo le vie del paese fino alla chiesa. Tutti sono vestiti negli abiti bianchi tradizionali, alcuni portano con sé fiaschette di vino e le tipiche ciambelle nuziali dette “kolači”. Non mancano canti e suonatori di vari strumenti, tra cui quello più curioso è una foglia di betulla premuta sulla bocca e usata a mo’ di armonica.
All’uscita della chiesa gli invitati si allineano gli uni di fronte agli altri con le braccia unite in alto, formando una sorta di “tunnel” attraverso il quale fanno passare i novelli sposi, tra canti e urla di gioia. Poi tutti insieme si dirigono al banchetto nuziale, dove non mancano buon vino e tutte le pietanze tipiche delle feste.
Verso una nuova vita insieme
Prima di sedersi tutti insieme a tavola, però, c’è un’altra fase importante, che vede protagonista la sposa. Prima di entrare nella casa dello sposo, che da quel momento sarà la loro nuova casa, la sposa deve confrontarsi con la suocera. Le chiede quindi se la accetta come figlia. La suocera annuisce e porge alla giovane gli attrezzi usati per il focolare, mostrando con un gesto simbolico che da ora in poi sarà lei la nuova padrona di casa. Le donne infine si abbracciano, si baciano e brindano, dando così inizio alla festa.
Una figura importante dei festeggiamenti nuziali è lo “starešina”, il “grande vecchio” che dirige i rituali e si preoccupa affinché tutto vada per il meglio e gli invitati si godano la festa. A lui spetta il discorso agli sposi, ma anche il canto della tipica canzone nuziale “V Kani Galileji”, ispirata all’episodio biblico delle Nozze di Cana. La festa quindi continua, tra canti, balli e “kolo”, le tipiche danze in tondo. Infine, per dare una mano agli sposi all’inizio del loro camino insieme, lo starešina invita gli ospiti a lasciare un dono alla giovane coppia, ricevendo in cambio una fetta del dolce nuziale.
Tra rituali tradizionali e festa popolare
A far rivivere ogni anno le tradizionali Nozze di Semič è il gruppo folkloristico “Semiška ohcet”, attivo da svariati decenni. Le prime rappresentazioni risalgono agli inizi del ‘900. Una fotografia conservata presso il Museo Etnologico di Ljubljana documenta una rappresentazione della Semiška ohcet svoltasi a Vienna nel 1912. Durante le guerre la tradizione si è persa, tornando in vita nel secondo dopoguerra. Il gruppo folkloristico si è esibito in tutta la Slovenia e anche in giro per l’Europa.
La manifestazione, che ogni estate accoglie numerosi visitatori, è arricchita da mostre, concerti e spettacoli di danza folcloristica. Una bella occasione per riscoprire la Bela Krajina, i suoi paesaggi, i sapori e le tradizioni che ci riportano indietro nel tempo.
(Testo di Sara Terpin, SLOvely.eu)
[flickr_set id=”72157655932749222″]